domenica 12 febbraio 2017

Il Medioevo spunta dalle pareti di Santa Maria Novella

Il Medioevo spunta dalle pareti di Santa Maria Novella, sotto le pale degli altari progettati fra il 1565 e il 1570 da Giorgio Vasari per adeguare ai tempi correnti la più importante chiesa domenicana di Firenze, ma incapaci di cancellarne definitivamente il passato. Che oggi affiora da una serie di affreschi — datati dalla fine del '200 all'inizio del '500 — presentati in basilica insieme a un volume edito da Mandragora, Ricerche a Santa Maria Novella. Gli affreschi ritrovati di Bruno, Stefano e gli altri, a cura di Anna Bisceglia, che ne racconta la storia.
Dei tre affreschi rinvenuti sui muri della chiesa dal 2004 in poi, durante una campagna di restauro delle pale cinquecentesche condotta da Comune, Soprintendenza e Opera di Santa Maria Novella, due (un San Maurizio con i suoi martiri e un corteo di Santi) sono attribuiti a Bruno di Giovanni, pittore e autore di burle trecentesco (citato anche da Boccaccio, che gli dedicò una novella) mentre il terzo, sotto la pala di Jacopo Ligozzi, risale al 1480 circa ed è attribuito a Francesco Botticini. Tutti e tre sono oggi visibili grazie a un sistema meccanico che permette di spostare le pale che li coprono come delle persiane. Contemporaneamente, sono stati ritrovati nei depositi della Soprintendenza altri due frammenti di epoca giottesca rimossi ai tempi del restauro del complesso condotto da Gaetano Bianchi (1858), oggi esposti anch'essi in basilica. Ma le ricerche, assicurano gli studiosi, continueranno.

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