mercoledì 9 aprile 2014

"Il condaghe di San Pietro di Silki", presentazione a Sassari

Giovedì 10 aprile 2014 alle ore 16.30, presso il Convento di San Pietro di Silki, in piazza S. Pietro 1 a Sassari, il dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione e il centro interdipartimentale di storia dell’università degli studi di Sassari, organizzano la presentazione del libro “Il condaghe di San Pietro di Silki” (Ilisso Editore) a cura di Alessandro Soddu e Giovanni Strinna.
L’incontro si aprirà con i saluti istituzionali del rettore dell’università degli studi di Sassari, Attilio Mastino. Interverranno Alfio Cortonesi dell’università della Tuscia e Giulio Paulis dell’università degli studi di Cagliari. Saranno presenti anche i curatori dell’opera, Alessandro Soddu, docente di storia medievale dell’università di Sassari, la cui attività di ricerca è rivolta allo studio dei poteri signorili e delle dinamiche insediative nel basso medioevo con particolare riferimento alla Sardegna, e Giovanni Strinna, ricercatore e docente di paleografia latina presso il dipartimento di storia, scienze dell’uomo e della formazione. La tavola rotonda sarà coordinata da Antonello Mattone dell’università degli studi di Sassari. L’iniziativa gode del patrocinio dell’università degli studi di Sassari e della regione autonoma della Sardegna.

Si legge nell'introduzione del volume: "In Sardegna, durante i secoli XI-XIII, il termine condaghe designava un manoscritto in cui si registrava un negozio giuridico o una lite giudiziaria, oppure, per estensione, una raccolta, detta anche codike, di tali registrazioni (e talora anche fatti di rilievo riguardanti la vita e l’attività dei monasteri): questa seconda accezione è la più diffusa tra quelle attestate. I condaghes che ci sono pervenuti appartengono tutti a enti monastici del giudicato di Torres (le abbazie di S. Pietro di Silki, presso Sassari, e S. Michele di Salvennor, presso Ploaghe e il priorato di S. Nicola di Trullas, presso Semestene) e di quello di Arborea (il priorato di S. Maria di Bonarcado); tutti sono stilati in sardo".

Attraverso questa nuova edizione, fondata su un’analisi autoptica del manoscritto, gli autori intendono restituire la dovuta centralità al testo, evidenziandone le caratteristiche di ordine codicologico, paleografico e diplomatistico, ma allo stesso tempo cercando anche di andare incontro a un pubblico di non specialisti.

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