martedì 12 febbraio 2013

I Pittori fiorentini del Quattrocento e le loro botteghe

L’emergere di un nuovo ruolo dell’artista, intellettuale e non più solo manuale, fu una delle più significative conquiste culturali dell’epoca moderna. La tradizione medievale della bottega, fondata su una rigida gerarchia e sulla trasmissione di competenze tecniche, fu infatti solida e perdurante. A Firenze, capitale artistica del primo Rinascimento, la categoria professionale dei pittori rimase per lungo tempo associata all’Arte dei Medici e degli Speziali, mentre l’attività degli scultori e degli architetti risultava inserita in quella dei Maestri di pietra e legname. Ma l’avvento della nuova stagione umanistica portò a una diversa considerazione dell’arte come prodotto del pensiero e dell’individualtà del suo artefice: un cambiamento che non rimase circoscritto alla sfera teorica, letteraria o filosofica, ma ebbe conseguenze dirette sulla configurazione sociale dell’artista, pronto finalmente a combattere per la propria dignità, e sul suo stesso modo di lavorare, ovvero di dipingere.
Al tema, affascinante quanto complesso, è dedicato il libro "I Pittori fiorentini del Quattrocento e le loro botteghe. Da Lorenzo Monaco a Paolo Uccello", di Sergio Rossi, che verrà presentato giovedì 14 febbraio 2013, alle 17.30, presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri in Palazzo Firenze a Roma. Un testo a metà tra storia sociale e fenomenologia dell’arte, che, partendo dall’analisi del contesto storico, economico e sociale, passando per le pagine della trattatistica coeva, arriva a rievocare le figure e l’opera dei protagonisti di un’epoca, maggiori e minori, “restituendo il vero volto dell’arte pittorica a Firenze nel XV secolo”.
Alla presentazione del libro interverranno, oltre all’Autore, Claudio Crescentini, storico dell’arte della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri, Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, e Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’Arte Moderna della ‘Sapienza’ Università di Roma.
Sergio Rossi si è laureato con Giulio Carlo Argan presso l’Università di Roma “La Sapienza”, dove tutt’oggi, ininterrottamente dal 1972, svolge attività di insegnamento e di ricerca. Ha tenuto corsi di Storia della critica d’arte presso l’Università della Tuscia di Viterbo, dal 1991 al 1998, e l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, dal 1999 al 2002. I suoi studi sono rivolti soprattutto a temi inerenti alle teorie artistiche e alla realtà sociale italiana nel passaggio dal Medioevo all’età moderna; alla pittura del Quattro e Cinquecento tra Roma e Firenze; alla pittura ed alle poetiche del Seicento, con particolare riferimento a Caravaggio ed al caravaggismo; alla produzione artistica legata ai Giubilei; al dibattito critico contemporaneo, con specifico riguardo al tema della salvaguardia del nostro patrimonio artistico.
Ha curato diverse mostre e nel 2006 ha fatto parte del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del V Centenario della nascita di Andrea Bregno. Nel 2011 è stato inserito nel direttivo del Comitato Scientifico internazionale della rivista ACTA/ART, dedicata agli studi di arte, architettura e cultura visiva dell'Età moderna.

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