giovedì 17 gennaio 2013

La Carrara «ritrovata» nel medioevo di Ricci

Roberto Ricci
«MEDIOEVO senza città», ma soprattutto la città senza marmo. Diatribe, liti, contese che non si snodano sullo sfondo delle Apuane, ma nella cornice di una società terriera, dove le controversie si dipanavano su confini, campi, coltivazioni. E’ uscito «Medioevo senza città, la società medievale carrarese del secoli XII e XIII», la prima approfondita analisi della genesi del nostro comune ricostruita dallo storico medievista Roberto Ricci, lunigianese, che da 25 anni effettua ricerche sulle origini della nostra società. Così un volume che mancava sulla Carrara dell’età buia, quando i vescovi di Luni fondarono il primo insediamento a Vezzala e quando intorno alla piccola pieve di Sant’Andrea si sviluppò il primo nucleo cittadino. Una Carrara senza marmo, dove le logiche del lapideo erano ridotte a poche mosse e dove tutto si declinava in termini di coltivazioni, campi, villani e contadini. Tramontata l’epoca romana in cui il marmo serviva per celebrare i fasti dell’Urbe, il medioevo sostituisce il lapideo con una comunità rurale. Così Ricci scopre una realtà sociale complessa con i vescovi, la pieve gestita dai Canonici di San Frediano, un’elite sociale di grandi proprietari terrieri e l’egemonia della potenza di Lucca. Un medioevo ritrovato grazie all’opera di Ricci che in 320 pagine e attingendo da fonti inedite e sconosciute ci porta per mano fino agli snodi epocali da cui emergerà poi la cultura del marmo. Così una sapiente quanto rara ricostruzione delle dinamiche sociali che caratterizzarono la nostra terra agli arbori del millennio in un susseguirsi di fatti e documenti. E’ curioso che le tasse corrisposte ai vescovi lunigianesi fossero in frumento, orzo, polli, uova e castagne: frutti della terra e non del monte che attestano una certa ricchezza della nostra città rispetto alle vicine Sarzana, Castelnuovo, Ortonovo e Ameglia. «Un segnale — scrive Ricci — che la dinamica legata al marmo non era ancora decollata».
UNA RICERCA eloquente che mette in risalto le peculiarità della nostra gente che già allora si contraddistingueva per una certa vivacità dialettale. Così Ricci tira fuori documenti che attestano liti per confini, «edificazioni abusive», contrasti di vicinanze, predisposizione alla lite già chiara più di mille anni fa. Si apre così il primo studio sulla Carrara medievale, quel periodo della nosta città sconosciuto ai più. Il volume, realizzato grazie all’impegno di Italia Nostra, della Fondazione CrC e del Comune, sarà presentato giovedì 17 gennaio 2013 alle 16,30 a Palazzo Binelli. Dopo il saluto delle autorità e del presidente della Fondazione Alberto Pincione, interverranno il presidente di Italia Nostra Mario Venutelli, i due storici locali Cesare Piccioli e Beniamino Gemignani, Franca Leverotti già ordinaria di Storia medievale all’Università di Milano-Bicocca.

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